Re-spirare

Il respiro: un’azione che il nostro corpo esegue in maniera involontaria, e che è alla base della nostra sopravvivenza ma che può assumere una valenza romantica, se non addiritura passionale e misteriosa. Viviamo tutti in un’epoca eccessivamente “veloce”, soffermarsi sul proprio respiro è vitale e ci aiuta a requilibrare e “resettare” quel brusio mentale che costantemente ci accompagna. Indago il tema del respiro, il suo moto perpetuo, concentrico e infinito in cui il tempo sembra fermarsi e continuare all’infinito. Un tempo sospeso e solitario fatto di silenzi, sguardi, speranze e abbandoni. Comprendere la ricerca di un significato della vita a partire dai piccoli eventi quotidiani che diventano poi le basi per confrontarsi con la durezza della vita stessa, i respiri della sofferenza, della morte, dei fallimenti. Nei miei lavori istituisco con i “getti bianchi” un intimo rapporto poetico, un senso minimalista di sospensione e mistero di illusione assorta e pacata, di desolato eppure dolcissimo straziante silenzio. Attraverso la semplificazione della forma cerco di ottenere la massima intensità espressiva possibile, sono preso da quel senso di calma, di fermezza di equilibrio, una sorta di icona della vita semplice. Esploro la natura delle mie “sculture da appendere”, mettendo in discussione la materialità con i suoi elementi leggeri che consentono alla forma di esistere solo in uno stato specifico o come risultato di un’azione continua sul materiale, un lavoro fatto di strati di senso che non si possono ridurre a una visione unitaria e che afferra e ribalta il mondo della vita in un viaggio tenero ironico nell’universo dell’insensatezza, ed è come uno smarrimento, un abbraccio, un respiro costante, la ripetizione rassicura, è prova di intimità, è il respiro stesso dell’intimità, ho bisogno di ritrovare quel soffio. Voglio che l’arte respiri, si offra alla magia dello sguardo con la sorpresa e la meraviglia che sempre tutto ciò che può finire ci dà.

15 Settembre 2019